Non hanno
una nazione libera e pacifica alle spalle. Non hanno un comitato olimpico che
li sostenga. A loro ha pensato il Comitato Internazionale Olimpico, il CIO. Li
ha posti sotto la protezione sportiva della bandiera bianca con i cinque cerchi
olimpici e li ha fatti adottare dal mondo dello sport mondiale.
Sono i dieci
atleti (quattro donne, sei uomini) che hanno calamitato l’attenzione del
Maracanà: una ovazione al loro ingresso.
Sono stati
subito riconosciuti dalla folla di appassionati sugli spalti come propri
rappresentanti. Tutti dieci con una storia drammatica alle spalle, fatta di
tragedie, di drammatiche fughe, di viaggi della speranza da far rabbrividire.
Uno su
tutte. Portabandiera è stata la nuotatrice Yusra Mardini: 18enne, siriana, profuga a Lesbo, ha salvato decine di
persone spingendo a nuoto con la sorella fino a riva il gommone con cui è
fuggita dalla feroce guerra in atto nel suo paese.
Quella dei rifugiati è diventata immediatamente la squadra che
beneficia del tifo di Papa Francesco, il quale ha inviato loro un messaggio: “… Che il coraggio e la forza che portate dentro
possano esprimere attraverso i Giochi
olimpici, un grido di fratellanza e di Pace.... Che, tramite voi tutti l'umanità
comprenda che la Pace è possibile, che con la Pace tutto si può guadagnare;
invece con la guerra tutto si può perdere”.
Un auspicio che vorremmo partisse forte e
chiaro anche da San Marino. dalla nostra Repubblica che ha da sempre difeso ed
accolto popolazioni vittime dell’assurdità della guerra (gli sfollati del
circondario) o rifugiati politici (uno su tutti Giuseppe Garibaldi e le sue
camice rosse) o i perseguitati religiosi (ebrei).
Si potrebbe compilare un lungo elenco delle
persone che i sammarinesi hanno accolto, difeso e rifocillato, spesso
privandosi loro del necessario.
Tutto ciò senza mai chiedersi se sarebbero
stati ricompensati, o dei rischi che avrebbero corso se i potentati del momento
non avessero gradito.
Ha sempre vinto la forza della comunità e
della solidarietà verso il prossimo, l’assecondare quanto il cuore (e non la
pancia..) loro suggeriva.
Un cuore che anche in questa stagione i
sammarinesi possono rinnovare manifestando la loro condivisione con le
decisioni prese dal CIO.
A margine di Rio 2016 una scena, rilanciata
dalla Rai durante le qualificazioni della ginnastica artistica cui ho
assistito. Un fotografo ha chiesto a due ginnaste, con postazioni prossime
l’una all’altra, di mettersi in posa stringendosi la mano. Le due ragazze non
ci hanno pensato su neppure un istante, si sono avvicinate l’una all’altra e si
sono messe in posa. Erano entrambe coreane: una del Sud, l’altra del Nord.
Rio e le Olimpiadi devono essere seguite con
attenzione per queste prove di fratellanza, non solo per le classifiche sportive.
Marina Lazzarini San
Marino, 8 agosto 2016