L’assassinio di Joanne Cox fa ben oltre il
tremendo gesto di un uomo, mentalmente disturbato, il cui pensiero principale
era quello di dimostrare la supremazia di una porzione malata di persone (dalle
indagini si tratterebbe di un gruppo neonazista) che credono di dover
dimostrare come la loro fragilità di pensiero così non sia. Lo fanno colpendo
con estrema brutalità chi si trova sola, nel momento della vigliacca
aggressione, impossibilitata ad una pur minima difesa.
Così è stato per Joanne Cox, parlamentale
inglese Laburista, una di noi.
Una donna che si stava spendendo in un
forte impegno in tutto il mondo, a sostegno di campagne umanitarie e attività
di beneficenza per combattere la povertà, la sofferenza e la discriminazione.
Del suo amore per il prossimo, per il più debole, ne hanno usufruito, tra le
altre, organizzazioni come Oxfam, Save The Childern e la National Society for
the Prevention of Cruelty to Children.
Joanne Cox era convinta che i più
vulnerabili andassero sempre e comunque aiutati. Innumerevoli i modi per farlo
e le occasioni per chi ha, come credo, questi indissolubili principi: dai
diritti delle donne all’Africa (in particolare per il Congo), ai rifugiati
siriani.
Che aggiungere, se non che l’attacco non
era a Jo Cox pro Europa.
Sotto attacco dunque non solo la Brexit
(elemento scatenante la furia omicida) ma anche gli ideali della parlamentare
britannica impegnata nel raggiungere, appunto, un traguardo che speriamo essere
sempre più vicino.
Quello di un mondo dove libertà,
uguaglianza, solidarietà abbiano la meglio sull’inciviltà, la negazione
dell’altro; situazioni che la furia
omicida ha cercato di spezzare.
Sicuramente senza riuscirvi.
Marina
Lazzarini
Segretario PSD